I segreti nella Via delle Fiabe
E’ un piacere raccontarvi un po’ del lungo cammino che ci ha condotte a scoprire i Percorsi nascosti nelle Fiabe e a concepire ed ottimizzare il Metodo Fiaba La Danza delle Immagini©.
Partiamo dal principio di questo sentiero, iniziato più di 20 anni fa, presentandoci.
Essendo individui sociali, è purtroppo d’obbligo darsi una definizione, indicare un ruolo con cui altri individui possano, in due battute, farsi un’idea di chi siamo e cosa facciamo.
Per assolvere a tale incombenza dovremmo presentarci quali studiose e autrici di Fiabe.
Sicuramente amiamo molto di più dire che siamo Evelina Gialloreto e Tiziana Grimaldi, due esseri umani fortemente impegnati per la propria evoluzione… e il fatto che siamo due esseri appartenenti al genere Homo, specie Sapiens, nessuno può metterlo in dubbio!
Per il resto, proprio ai fini della nostra evoluzione, lo strumento più antico, potente, efficace e concreto che abbiamo trovato nel corso degli anni di ricerche, è la Fiaba.
Ma come direbbe qualcuno… la domanda sorge spontanea… cosa c’entrano le Fiabe con l’evoluzione dell’individuo?
Alcuni potrebbero obiettare che le Fiabe sono quelle storielle di fantasia usate per trastullare i bambini.
Qualcun altro incalzerebbe che sono un efficace stratagemma per farli addormentare velocemente.
Sì, anche.
Spesso le Fiabe si mettono a servizio di questo genere di intenti ma esse sono molto, molto di più!
Ora occorre per qualche istante essere un po’ più seri e raccontare che le Fiabe sono una forma di narrazione molto antica, giunta sino a noi dopo un ampio girovagare in lungo e in largo per il pianeta per più di un intero millennio.
Nel 1928 il ricercatore, linguista e antropologo russo Vladimir Propp pubblicò nella sua lingua un testo intitolato “Morfologia della Fiaba” nel quale, per la prima volta, illlustrò il sorprendente frutto del suo straordinario lavoro. Egli infatti, comparando centinaia di fiabe russe ed europee, scoprì e definì uno schema, presente in tutte le Fiabe, che annullava l’idea di narrazioni scaturite occasionalmente dalla fantasia dell’autore, senza alcun valore o sostanza. Il fatto stesso che centinaia di Fiabe avessero delle sequenze osservabili e ripetibili, quindi riproducibili, collocava la Fiaba in una categoria speciale nel grande fiume della narrazione.
D’accordo, ma ancora non si comprende che cosa la Fiaba abbia a che fare con l’evoluzione umana.
Per noi che da anni leggevamo e successivamente scrivevamo Fiabe, la scoperta di Propp era un’informazione acquisita, ma probabilmente non del tutto compresa.
Scrivendo le Fiabe con alcuni accorgimenti sperimentavamo specifici effetti,
sogni, intuizioni, ampliamento della percezione sensoriale
Avevamo approfondito i testi realizzati da eminenti scienziati e studiosi come Jung, Hillman, Betthleim sullo studio della Fiaba in chiave simbolica ad uso della psicoanalisi.
Così, per un breve periodo, abbiamo scritto fiabe per piccoli pazienti in terapia ed è stato straordinario verificare come esse producessero in loro effetti benefici, persino fisici.
Ma mancava ancora qualcosa, perché nonostante il risultato vantaggioso prodotto dalle Fiabe come strumento psicoterapeutico, a nostro avviso esse non potevano essere relegate all’ambito del disagio, anche perché le Fiabe classiche, scritte molti secoli prima, erano rivolte all’intera collettività.
Quindi, per rispondere al nostro quesito, abbiamo ripreso in mano le Fiabe classiche e cominciato ad osservare le scene in esse raccontate senza attribuire loro significati e simboli.
Non è stato affatto facile!
Ma siccome siamo due arieti, abbiamo insistito e parallelamente ampliato i nostri studi verso discipline e testi che sembravano distanti dalle Fiabe.
E in questo incedere, all’apparenza anche un po’ sconnesso, ci siamo imbattute in Desmond Morris, zoologo ed etologo e nelle sue rivoluzionarie teorie e… finalmente abbiamo trovato la risposta!
Già nel 1967, questo singolare scienziato affermava che nel patrimonio genetico di ogni essere umano, oltre alle caratteristiche biologiche, sono contenuti i suggerimenti comportamentali più efficaci per ogni individuo, quelli che la specie ha selezionato per la miglior condizione di vita.
E allora perché, visto che è già tutto inscritto in noi, non sappiamo chi siamo e non siamo felici?
Perché, come Morris dice, trattandosi di suggerimenti comportamentali, non di istruzioni, l’individuo può derogare da questi percorsi suggeriti, così facendo… ognuno di noi si comporta in modo molto diverso da quel che la specie aveva opportunamente suggerito.
Naturalmente, questa deviazione dalle nostre antiche e preziose dinamiche comportamentali, ossia dal percorso individuale originale, come noi lo abbiamo chiamato, fa incorrere l’individuo in un’ampia gamma di frustrazioni e disagi e… come dice la canzone… l’evoluzione inciampa (Occidentali’s Karma).
E allora come ritroviamo il nostro personale “apriti sesamo”?
Come scopriamo, ritroviamo e riprendiamo quel percorso abbandonato tanto tempo fa?
Qui entrano in gioco le Fiabe
Le antiche Fiabe sono scritte utilizzando un linguaggio specifico che va oltre le parole.
E’ il linguaggio naturale della nostra specie e ci permette di leggere le sequenze comportamentali ottimizzate, raccontate in ognuno di noi.
E’ il linguaggio capace di narrare le Immagini che sono la sostanza della storia e per questo lo abbiamo chiamato Linguaggio per Immagini©.
La scrittura della propria Fiaba, seguendo le antiche regole del Linguaggio per Immagini, tipico della narrazione fiabesca, permette ad ognuno di scoprire la propria sequenza comportamentale ottimizzata, portarla in azione e camminare nuovamente il Percorso Originale donato dalla specie.